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Tapirelax
26.10.2005
LA MOGLIE CHE NON TI ASPETTI
Autore: Pigi

Non sempre, ma a volte, quando alzi la testa dal tuo PC e ti giri attorno per dare un po' di sollievo agli occhi, ti capita di pensare che quell'enorme open space che è il tuo ufficio sia ancora più stordente dello schermo davanti al quale passi le tue giornate. Tutto è bianco lì nell'ufficio, quel bianco che solo la neve appena caduta e bagnata dal sole è capace di avere. Le pareti sono bianche, tanto per cominciare, le scrivanie pure, le lamiere in alluminio degli armadi, i computer e le stampanti, i portamatite, le cornici dei quadri sono bianche, e così molte delle camicie dei tuoi colleghi. Anche la tua camicia è bianca. Cavolo! Ed è allora che noti che c'è qualcosa fuori posto, qualcosa che, con quell'open space dell'ufficio acquisti in cui ti trovi, non c'entra niente, ed è proprio lì vicino a te. Lo guardi con la stessa perplessità con cui un bagnino di Forte dei Marmi guarderebbe un paio di scarponi da sci rossi sulla battigia della spiaggia a ferragosto. L'unica differenza è che quell'oggetto non è rosso e non ha niente a che vedere con lo sci. E' un cellulare. Un piccolo cellulare dalla forma ovoidale, dal corpo arancio e la tastiera grigia, che se ne sta bellamente oziando sulla scrivania assieme alla tua stampante. Allunghi una mano per togliere quella macchia di colore dalla scrivania, quando il cellulare, forse accortosi della tua presenza, comincia a suonare e vibrare e la tua mano rimane lì, sospesa a mezz'aria, indecisa sul da farsi. E' certamente la suoneria più idiota che tu abbia mai sentito, e quello stupido cellulare se ne sta lì a ballare come un ubriaco con troppo gin in corpo, scambiando la scrivania per una discoteca. D'istinto lo afferri e rispondi. "PRONTO!", dici a voce troppo alta, facendo correre veloce lo sguardo su quell'open space dal caratteristico colore di un paesaggio dolomitico d'inverno. Forse è un'eternità quella che passa prima che la voce dall'altra parte della cornetta ti risponda, un eternità fatta di un silenzio assordante e di un pubblico, i tuoi simpatici colleghi, che sta riempiendo la platea per osservare le tue mirabolanti avventure telefoniche. O forse passa solo una frazione di battito cardiaco, quando la risposta giunge al tuo orecchio. "Ciao amore, come va in ufficio?" ti saluta, morbida, la voce. "Tutto bene, cara. Sai com'è, stavo lavorando" le dici rapido, ignorando il pubblico che sghignazza in sala, come il più consumato attore di teatro, col tuo tono a metà tra un iceberg e una tanica di vetriolo. "Lo so, lo so, tesoro." dice lei, eccitata e compiacente, "è che sono in quella boutique sul corso e sto provando una stupenda pelliccia di visone. Mi sta benissimo. E' la pelliccia più bella che abbia mai visto." Pausa. "Posso comprarla? Costa 1700 euro, ma li vale tutti." Involontariamente ti sfugge di bocca uno sconnesso "mmmm.", mentre pensi che con quella cifra, a quest'ora, potresti essere già sulle spiagge di Miami, cocktail in mano e bionde e poppute Pamela Anderson che ti circondano. Eh sì, sapresti spenderli certamente meglio di lei quei soldi, altro che pellicce. "Tipregotipregotipregotiprego" ti implora lei, suadente. "Va bene, ok, comprala pure. Cerca di contrattare un po' il prezzo, 1700 euro sono un po' tantini" le suggerisci da buon buyer dalla camicia bianca. "Grazie, non ti preoccupare per quello! Sei un amore! A proposito, ho comprato anche una borsetta nera di pitone, quella che avevamo visto insieme qualche giorno fa. Spero non ti dispiaccia." "No cara, a me non dispiace sicuramente. Ma quanto l'hai pagata?" "E' stato un vero affare, tesoro! 300 Euro, ma sono soldi spesi benissimo, perché l'abbinamento che ne esce con la pelliccia è assolutamente fantastico. Da favola!" "Se lo dici tu.", stavolta sei più iceberg che vetriolo. "Ok, amore, capisco. Adesso ti lascio al tuo lavoro. Comunque ho da fare anch'io. Devo andare dal carrozziere a portargli il mercedes. Ho parcheggiato qui vicino alla boutique, e forse un po' troppo vicino al parchimetro, tanto che il paraurti posteriore si è un tantino segnato. Non stare in pensiero però, la tua amata mogliettina finisce di pagare la pelliccia e corre subito dal carrozziere. E' un mio amico. Vedrai che non ti costerà molto. Ciao, ciao, scappo!" "Ciao", non ti resta che dire, prima che cali il sipario e lo spettacolo telefonico finisca. Ti giri verso i tuoi colleghi, sperando che siano tornati ai loro computer, invece sono ancora lì che ti osservano sghignazzando. Ed è allora che prendi la tua rivincita, mentre mostri loro il cellulare che ancora stringi in mano, con un sorriso bastardo sulle labbra. "Ehi, ma che avete tutti da guardare!?! E poi, si può sapere di chi cazzo è questo cellulare???"

PIGI [pigi@tapirulan.it]

 

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Commenti [3 commenti]

ti ho detto di aver perso il cellulare di vitto... :D

Topus | 07.11.2005  19:54 

Sì, sì, a me aveva detto di aver perso il cellulare...

Del | 07.11.2005  14:17 

Che fosse quello di Topus?

Ra | 07.11.2005  14:15 

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