I neri capelli, lunghi e sottili, le coprono le spalle. Li sposto dolcemente con la mano che scivola sulla sua pelle morbida. Le sopracciglia finemente disegnate sono rivolte leggermente verso l'alto e le donano un'aria maliziosa, intrigante, la stessa che mi ha rapito la prima volta che lo vista quando i suoi occhi scuri hanno penetrato il mio animo e mi hanno costretto con le spalle al muro. E' giorno ormai inoltrato, ieri sera abbiamo fatto tardi e non abbiamo disdegnato di dormire un po' più a lungo. I nostri sguardi si incrociano continuamente incerti sul da farsi finché non capisco che è ora di alzarsi. Mentre preparo qualcosa da mangiare sento l'acqua della doccia scorrere e picchiettare sulle pareti ed il fondo di ceramica dopo aver accarezzato tutto il suo corpo. Preparo la tavola e lei si siede. Questo silenzio ed il gioco di gesti che ne nasce potrebbe durare ancora per ore ma voglio sentire la sua voce: "Sei bellissima" Mi sorride "Resta ancora un po'" "Lo sai che non posso, ti ho già detto che oggi è una giornataccia. Sono impegnata fino a sera". Il pranzo continua normalmente ed alla fine lei si alza e si prepara per partire. "Ci vediamo presto?" le sussurro, "A domani". Le nostre labbra si sfiorano e la porta si chiude alle sue spalle. Il suo pensiero mi accompagna in tutto il pomeriggio. E' più facile ora per me ripulire la casa ed anche innaffiare i fiori che una volta non duravano più di due settimane. E' incredibile come in questo ultimo mese le cose siano cambiate. Veronique è entrata nella mia vita quando meno me l'aspettavo e l'ha stravolta completamente ed ora sono sicuramente una persona nuova piena di vita e di coraggio. E' anche per questo che non vedo l'ora che venga stasera. Il mio migliore amico Paolo ritorna da una delle sue infinite peregrinazioni che in questi ultimi anni lo hanno sempre più tenuto lontano da casa. Oramai sono mesi che ci sentiamo solo per telefono ed ancora non sa nulla di me e della mia nuova vita. Ho voluto tenere tutto per stasera quando saremo a casa sua, in campagna. C'è in programma una grande rimpatriata di amici, volti ormai persi da tempo che solo l'entusiasmo e la caparbietà di Paolo potevano riunire in un unico posto per un'unica serata. Sarà sicuramente una grande festa, con cibo e giochi sciocchi e noi saremo naturalmente le star. Paolo ed io ci conosciamo ormai da una vita e quello che abbiamo fatto insieme non lo si può certo raccontare in poche parole e forse non basterebbe nemmeno uno di quei diari ben romanzati che a volte si rappresentano in tv. Le sorti della vita ci hanno spesso condotto per vie diverse in luoghi lontani ma non ci siamo persi. Abbiamo sempre trovato il modo di sentirci ed anche di incontrarci seppure per poco per le nostre solite bravate che tutto il resto della compagnia non ha mai compreso appieno. Tutti hanno perseguito in vari modi le strade più semplici e più stabili e solo noi eravamo gli ultimi spiriti liberi rimasti, scapoli incalliti per scelta e divertimento. Mentre penso a questo ed alla faccia che farà Paolo quando gli parlerò di Veronique mi viene da sorridere. Non le ho chiesto di venire con me perché, come in tutte le rimpatriate, i ricordi ad un certo punto prenderanno il sopravvento e per lei sarebbe stato forse troppo noioso. Potremmo addirittura finire per fare il gioco della bottiglia come l'ultima volta ma di certo se Paolo la vedesse, le prenderebbe un colpo. Un po' mi sento quasi in colpa per questa mia stabilità trovata, per questo nostro legame interrotto ma d'altronde prima o poi poteva capitare ed il caso ha voluto che fosse poco prima del suo ritorno. Il sole è da poco tramontato quando giungo nel cortile della cascina. Le luci dentro sono accese, vedo che già ci sono molte persone che si divertono. Alcuni si sono presentati in anticipo e stanno già assaggiando quanto propongono i vari buffet sparsi per le sale. Entro con le mie buone bottiglie sotto al braccio e mi muovo verso il centro della casa. Quanto sono cambiate certe persone. Volti ormai irriconoscibili mutati dal tempo o cancellati dalla memoria. Vicino al bancone improntato come bar sta Paolo. E' sempre lo stesso, camicia aperta anche d'inverno e sorriso accattivante di chi sa quello che vuole. E' una spinta forte quella che mi muove verso lui ed ancora prima salutarlo vorrei rivelargli le mie novità perché mi è impossibile tenergli qualcosa nascosto. Mi vede e mi viene incontro. Ci abbracciamo con affetto come uomini d'altri tempi e sto già per parlare quando mi ferma e mi dice: "Andrea, devo parlarti" gli occhi gli brillano e non oso fermarlo. Mi conduce lungo il corridoio e continua: "Fin'ora ci siamo sempre detti tutto e le nostre strade sebbene diverse hanno sempre avuto un filo comune. Stasera forse ti stupirò perché devo presentarti una persona. Tu sai che io ho sempre evitato i legami e cercato di mantenere la libertà il più a lungo possibile... ebbene mi sono fidanzato!" Caspita, questa sì che è una sorpresa! Ero così concentrato sulle mie novità e sulla faccia che avrebbe fatto Paolo che non avevo pensato che mi sarei ritrovato fermo e stordito come in quel momento. Non c'è che dire anche stavolta mi aveva preceduto di un soffio rubandomi la sortita migliore della serata. Mi stavo quasi per riprendere quando lui rincara la dose e afferma: "L'ho invitata stasera e voglio fartela conoscere" Incredibile, l’ha anche portata qui violando il principio di ogni rimpatriata. Continua a condurmi lungo la stanza mentre peno che stavolta ho preso proprio una bella fregatura e che attualmente figuro proprio come l'unico scapolo della serata anche perché Paolo potrà fare davanti a tutti il suo annuncio. Ma questo forse non importa. L'invidia dura solo un attimo perché sono troppo contento per lui. Esserci sistemati entrambi proprio nello stesso periodo era forse l'unica cosa che potevamo fare. Insieme da sempre nel bene e nel male era giusto che ancora una volta insieme compissimo quest'ultimo passo della nostra vita. Giungiamo vicino ad un tavolo dove si trovano gli aperitivi e dove di spalle si trova una ragazza alta e dai lunghi capelli neri che sembra in attesa. Mentre lui le sfiora la schiena con la mano e la invita a volgersi verso di me mi sento emozionato e felice al contempo. "Andrea, ti presento la mia ragazza, Veronique".
ANDREA [arivieri@yahoo.it]
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