Sabato pomeriggio ero a Parma, stavo sorseggiando un aperitivo con il mio amico Zino e due signorine. Erano circa le 3 di pomeriggio e lo Zino, naturalmente, si era appena destato dal suo pesante sonno mattutino. Approfittando del suo stato non perfettamente lucido, dovuto al recente risveglio, gli proposi di andare a Milano a vedere il concerto dei Gotthard. "E chi cavolo sono?" mi chiese lo Zino "Non vengo, devo andare a Bologna a fare shopping", aggiunse. Con un breve giro di parole non gli spiegai chi erano i Gotthard, ma gli feci chiaramente intendere che, punto primo lui non aveva mai fatto shopping in vita sua e sarebbe stato pericoloso cominciare ora, punto B che anche a Milano c'erano giusto un paio di negozi. E tra le altre cose era tardi ed era ora di partire. A quel punto, con lo Zino decisamente disorientato, ci imbarcammo tutti e quattro (anche le due signorine) sulla mia automobile per andare a vedere il concerto dei Gotthard. Nessuno sapeva chi fossero, solo io.
Ma ora lo posso dire chi sono i Gotthard: sono un gruppo hard rock che proviene dalla Svizzera. Un gruppo che nel lontano 1993 uscì con il suo primo album (Gotthard), un album che è girato non poco sul mio stereo. Canzoni come la potentissima Standing in the light, la meravigliosa Firedance, la cover dei Deep Purple Hush, la ballata strappalacrime Angel, le ho ascoltate talmente tante volte che hanno trovato un angolino permanente nella parte del mio cervello dedicata alla musica.
Poi hanno fatto, sino ad oggi, altri sette album. Tutta roba, a mio parere, non particolarmente eccelsa e originale, un hard rock melodico quasi da copione. Insomma, attualmente non è certo tra i gruppi che ascolto e che mi piacciono di più... Ma al concerto ci dovevo andare per affetto. Giunti a Milano, con lo Zino che imperterrito continuava a chiedere chi fossero i Gotthard e per quale motivo si fosse giunti a Milano (aveva acquistato un po' di lucidità), parcheggiammo la macchina davanti al Transilvania, dove un piccolo gruppo di fans già attendevano all'entrata. C'era un'ora di tempo per accontentare lo Zino e fargli fare shopping. Le signorine alla sola parola shopping ebbero il loro momento di felicità quotidiano, e così si entrò in un negozio. L'avevo detto io che era pericoloso! E infatti sia lo Zino che io, che non c'entravo nulla e non avevo intenzione di fare acquisti, uscimmo da quel negozio spennati. Le signorine, invece, che sono esperte di queste cose, uscirono illese. Ma ciò che è peggio, ci ripresentammo all'ingresso di un locale frequentato da metallari con le borse della spesa!
Il Transilvania di Milano è un locale piuttosto piacevole, di dimensini abbastanza ridotte, ha un palco che si eleva sì e no a mezzo metro da terra, l'acustica è buona, purtroppo un olezzo di urina serpeggiava insistentemente. Finalmente i Gotthard fecero il loro ingresso prepotente sul palco, sembravano giovani (in realtà viaggiano tutti sui quaranta). Il chitarrista, Leo Leoni, sembrava un po' avvinazzato, forse sta ancora cercando di farsi una ragione della brutta idea che hanno avuto i suoi genitori nel chiamarlo in tal modo.
Due ore di hard rock classico, in purissimo stile anni '80, anche il look dei musicisti non lasciava dubbi circa le origini del loro sound. Tuttosommato un bel concerto, che mi ha regalato qualche emozione quando sono stati eseguti i classici che citavo in apertura. Steve Lee, il cantante, ha tuttora una voce degna di assoluto rispetto, mi ha fatto impressione sentirlo parlare in italiano dopo averlo ascoltato cantare per tanti anni in inglese, ero portato a credere che avrebbe detto "Ciao Millannno" come fanno tutti, invece, con un leggero accento teutonico, parlava l'italiano che era una meraviglia (vabbé lo so che è svizzero...). Con questo Music Corner cosa volevo comunicare: naturalmente nulla, ma voglio invitare tutti gli appassionati di rock a cercarsi il primo album dei Gotthard!
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