Noi che viviamo nel Paese della bella lingua “dove il sì risuona” ci siamo lasciati colonizzare da lingue barbare (per lo più l’inglese) fredde e senza poesia. Nei campi dell’informatica e della tecnologia è inevitabile, d’altro canto il loro dominio in quel campo è assoluto, come pure in molti generi musicali, ma in diverse altre situazioni sarebbe meglio applicare una buona e sana autarchia linguistica. Qui di seguito un rapido dizionario per gli italiani in Italia.
Partiamo con un poker di orrori che vengono dal mondo della moda FASHION, GLAMOUR,TRENDY: termini di derivazione gaya che vertono sull’effimero e sull’abbigliamento COOL: il capostipite degli orrori. E se la doppia o in inglese si legge u, la derivazione gaya diventa chiara CULT-MOVIE: poiché film era un termine troppo italianizzato, benché di derivazione straniera, era necessario aggiungere qualcosa di più inglese. E colpo doppio se il film è piaciuto a tanta gente. B-MOVIE: film di merda tipo Boldi-De Sica B-SIDE: un tempo era il lato B dei dischi di vinile, oggi invece sta ad indicare il culo delle ragazze NEWS: notizie,novità. Ai tempi di Boccaccio erano chiamate novelle; troppo poetico MAGAZINE:rotocalchi spesso vacui con cadenza di uscita settimanale. Vista l’inutilità potrebbero restare in magazzino, da cui il termine inglese Il campo alimentare ci offre molti spunti. Il caro vecchio bar si era ormai affermato nella nostra lingua, con le belle pagine di Benni e le canzoni di Gaber; non andava più bene. PUB: bar che chiude dopo la mezzanotte WINE-BAR: enoteca LOUNGE: non vuol dire niente, ma anche un bar di quart’ordine, quando mette la scritta “lounge” diventa figo e attira la gente. Lounge è molto amico di trendy SLOW FOOD/FAST FOOD: mangiare bene/mangiare di merda HAPPY HOUR: aperitivo SHOPPING: spesa di cose inutili. Pratica amata dalle donne ma pericolosa per gli uomini sia nelle tasche che per l’orchite che produce quando viene protratta a dismisura BOOK SHOP: libreria ESCORT: mignotta. In tempi remoti i clienti andavano dalle gentili donzelle con la Ford, da cui il termine. Visti i clienti di oggi dovremmo ribattezzarle “auto blu” o per tenere il tocco esterofilo “limousine”. RUNNING: corsa, ma se dici running sembra che tu sia uno sportivo alla Usain Bolt BOND: tutti ne parlano, ma nessuno sa cosa sia e se glielo domandate vi risponderà: “sono un bond, James Bond” SPREAD, DEFAULT: termini inesistenti. Li hanno inventati i giornalisti per usare termini raffinati invece di dirci che siamo nella merda LAST MINUTE: ultimo minuto. Ma last minute fa molto Sean Connery, mentre ultimo minuto fa Guido Bagatta. TRASH: spazzatura. Si usa per l’80% dei programmi televisivi: D’Urso, De Filippi, Vespa ne sono i migliori esponenti. TALK SHOW, REALITY SHOW, TALENT SHOW: varie declinazioni di cagate televisive. Il primo è per lo più costituito da politici che si urlano addosso, il secondo è la finta realtà propinata dalla televisione con dei tizi senza alcuna capacità rinchiusi in una casa o mandati in vacanza su un’isola (a spese nostre), il terzo propone degli sfigati come nuovi talenti MERCHANDISING,MARKETING: termini di fuffa per fingere che non ci sia la disoccupazione STAGE: all’inglese è il palcoscenico. Alla francese è la situazione in cui lavori e non ti pagano un cazzo SELF-MADE MAN: imprenditore che rubando si è costruito un impero economico dal nulla BED & BREAKFAST: mezza pensione BLACK BLOC: persone che vivono nelle piazze ma usano maniere un po’ primitive. Il più noto esemplare in una manifestazione tirò un estintore per spengere un incendio. FUCK: invito all’interlocutore di andare a subire un supplizio che praticavano nell’Asia Minore, nell’antica città di Sodoma.
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