L’uomo aveva una biro. La biro era blu. L’uomo con la biro blu era seduto. L’uomo con la biro blu stava seduto di fronte a una donna. Intorno a loro la seconda classe del treno regionale 2104. C’era un uomo con la biro blu seduto di fronte a una donna sul treno regionale 2104, seconda classe. Il treno era sporco e l’uomo aveva mani grandi. Sui treni regionali sporchi ci sono uomini che stringono biro blu in grandi mani, seduti in seconda classe, di fronte a donne che li osservano.
L’uomo scriveva, stringendo una biro blu troppo piccola fra le sue mani grandi, su un foglio bianco, appoggiato a una cartelletta di cartone, su un treno regionale davvero sporco, davanti a una donna che fingeva di dormire e invece lo osservava scrivere con una biro blu, stretta da mani grandi, su un foglio bianco. Il treno correva, sporco, trasportando un uomo, una biro, grandi mani e una donna che sbirciava una lettera non ancora scritta. Sul foglio bianco, steso sulla cartelletta appoggiata sulle ginocchia, l’uomo seduto sul treno, aveva scritto solo due parole, stringendo la biro blu fra le mani grandi.
La donna seduta sul treno regionale sporco, fingendo di dormire, aveva letto quelle due parole, scritte dall’uomo dalle mani grandi e se ne era vergognata un po’. Anche lei si sentiva sporca come il treno regionale 2104. Smise di sbirciare. L’uomo non smise di scrivere sul foglio bianco con la penna blu stretta fra le mani grandi e il treno non smise di correre e di sporcarsi e di essere sporcato, mentre trasportava la donna, i suoi pensieri; l’uomo e le sue parole, le sue mani, la sua biro blu. Il treno era in ritardo. La donna si addormentò davvero, seduta davanti all’uomo, sul treno in ritardo. E sognò di ricevere una lettera, scritta su un foglio bianco, con inchiostro blu e una grafia tremante. La lettera iniziava con due parole che nessuno aveva mai detto alla donna e nemmeno scritto, con mani grandi, stringendo una biro blu, su un treno sporco, in ritardo. Amatissima mia…
A.MARTI [marlock@libero.it]
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