Continuando la nostra ricognizione tra i serial del momento, ci imbattiamo in “The Mentalist”, che va in onda su Rete 4. Serie americana nata nel 2008, è giunta alla quarta stagione e se ne prevedono, visto il notevole successo più all’estero che in Patria, altre tre. “The Mentalist” è una di quelle serie che fanno leva sul carisma del protagonista, e sulle sue particolari abilità psicologiche, al confine tra intuitività e parapsicologia, un po’ come il più celebre “Lie to me” e, per fare un esempio a tutti noti, il celeberrimo “Dottor House”. Ora, direte: da sempre i serial e i telefilm si costruiscvono su protagonisti forti, magnetici, accattivantio. Non era così già ai tempi di “Magnum P.I.”, o di “McGyver”? Sì, ma soltanto in parte. Perché una delle novità dei personaggi odierni è proprio il loro aspetto ingannevole, il loro non essere per niente simpatici e accattivanti, ma anzi, perfidi e ingannatori (penso soprattutto a House, ma anche al bravissimo Tim Roth di “Lie to me”). Animati magari da ottime intenzioni, che però perseguono a scapito della stima di amici e collaboratori, e… del pubblico! Il magnetismo di Patrick Jane, protagonista di “The Mentalist”, interpretato da Simon Baker, è il vero fulcro attorno al quale ruota un serial la cui trama è fin troppo banale: la caccia ad uno spietato e astutissimo serial killer noto come “John il Rosso”. La serie però, più che sugli avanzamenti di trama e sui progressi fatti dalla squadra di protagonisti (tra gli altri interpreti, si segnala una brava Robin Tunney nel ruolo di Teresa Lisbon), si basa proprio sul carisma affabulatorio del protagonista, sui suoi “magheggi” e sul suo quasi paranormale intuito. Quasi a significare che il pubblico d’oggi è sempre in cerca di nuovi prestigiatori, di personaggi che sappiano giocare con le menti altrui e che, in un certo senso dominino il mondo stando sempre un passo avanti agli altri, e mettano ordine nel caos della vita con un piano ben congegnato, con una soluzione brillante, o svelando che tutto quello che abbiamo visto, e che ci è apparso crudele e ingiusto, era in realtà parte di un piano più grande da loro architettato e portato a buon fine. Personaggi a loro modo rassicuranti nella stessa misura in cui risultano, sulle prime, destabilizzanti. Personaggi magnetici, appunto, ai quali è bello abbandonarsi, per ritrovare poi sempre – come per magia – la strada di casa.
MATTEO FONTANA [lanternadiborn@libero.it]
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