Ho in grande simpatia chi sfida il freddo per spolverare le targhe dei morti, le lustra a fiato e presenzialismo, che passano gli anni e la liturgia è sempre quella: irriducibili e invecchiati. Ho in grande simpatia il politico di turno, quello dell'istituto storico dell'irresistenza, il rappresentante dell'associazione, il qualunque-cosa-c'è-io-ci-sono... e la memoria è sempre lì, appesa al gancio dei cappotti smessi. Osservo le immagini della commemorazione a Guido Picelli, i soliti pochi, quelli del trafiletto, quelli che anche-questa-è-fatta... ostinarsi al ricordo nel modo più moribondo che mi sia dato intendere: le liturgie stantie, le commemorazioni stanche, le frasi fatte che fan scappare anche la voglia di stare ad ascoltare. Osservo le immagini e non c'è alcuna gioventù, se non quella passata. Non ci sono ragazzi, non c'è scuola presente, non c'è testimone a cogliere al volo il ricordo per portarlo oltre la morte imminente di chi sta parlando e fa ri-morire il cadavere di turno. Memoria... ne ho un'idea diversa, capace di essere trasmessa, non insegnata come un dovere, ma un sentimento del quale è impossibile privarsi. Si vive una volta sola, ma si muore ogni volta che veniamo ricordati nel modo più noioso.
Autore:
fogliazza
|