ARCHIVIO
 
FOGLIAZZA
  21.01.2009 | 13:56
SEI SOLO MIA
 
 

C'è la necessità di etichettare tutto, codificare, registrare... Se tutto ciò fosse per capire avrebbe un senso. Ormai è solo un modo per classificare le cose. E le persone. Delinquente italiano? Si dice nome, cognome e professione. Delinquente extracomunitario? Nome, cognome e nazionalità. A ciascuno secondo i proprii meriti.
Ogni volta che vedo questa foto, che riesce ad essere minacciosa ogni volta di più che la vedo, quasi si rivolgesse a me in persona, non penso che a una cosa: quel braccio che sporge potrebbe essere il mio. E lei? Nessuna in particolare. Semplicemente tutte.
Eppure il fenomeno di speculare un po' con lacrime da giornalismo non demorde. La voglia  di citare sempre il movente pruriginoso è in punta di penna, sempre, ultimo un'articolo di Marco Severo (il cognome non è vincolante), già datato, lo so, 17 gennaio 2008, Gazzettissima Ufficialissima di Parmetta: "Si mobilitano gli amici di..." titola Marco Originale. 
"SEI SOLO MIA" vorrebbe essere una cosa sola: un NO! un BASTA! un MAI! Senza tirare in ballo chi non c'è più solo perchè a portata di commozione.
Ricordare è una cosa e ci vuole pudore
Chiedere a chi non c'è più di mettersi in posa ogni volta è un'altra e ci vuole per lenire il prurito.

Autore: fogliazza

Commenti (0) | Scrivi un commento