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FOGLIAZZA
  13.09.2006 | 00:00
SINDROME CINESE
 
 

"Còrono còrono.. ma 'ndò còrono?" pensava Alberto Sordi, guardando fuori dalla finestra, un attimo prima della pennica pomeridiana. Così pensava.
Cosa penserà del Romano Nazionale che incalza l'imprenditoria a una Cina terra di conquista. E siamo pure in ritardo. Saremo mica incinta come la mamma del coglione?
La Cina... ora ricordo... nuova frontiera di mercato dove i lavoratori senza diritti vivono appiccicati come polli d'allevamento, in condizioni tali da far sembrare le  nostre conquiste sindacali un miracolo che pure il Vaticano riconoscerebbe. La Cina... dove i diritti umani valgono meno di una supposta scaduta... dove se provi a digitare su internet certe parole sgradite al regime si blocca tutto. E non è colpa né delle ram né del disco fisso.
Sì, la Cina, ne ho sentito parlare.
Dobbiamo correre, dice Prodi e tanti ma tanti altri. Dobbiamo correre o non resteranno nemmeno gli avanzi di un'umanità da replicanza aziendale. Dobbiamo correre, prima che qualche cinese si accorga che ha diritti umani e li faccia valere anche in termini economici giusti quanto basta per vanificare la rincorsa italiota.
Non siamo riusciti a fermarne l'orda barbarica alla frontiera, andiamo a sfruttarli a casa loro. Ma alla svelta. Nel rispetto delle loro tradizioni, compresa quella della negazione dei diritti umani.
In fondo... nel 2008 ci sono le olimpiadi: l'importante è partecipare.

Autore: fogliazza

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