"Mi raccomando, non lasciate MAI quella porta aperta!" disse con marcato accento siciliano la prima volta che lo vidi "Che se entra un piccione stiamo qui fino a mezzanotte". Il suo sguardo pareva terrorizzato. La sola idea di un conflitto con un piccione era vista come un'indesiderata chiamata alle armi, una prescrizione obbligatoria verso una guerra che non aveva il coraggio, la passione, la voglia di combattere. Anche perché, diciamolo, l'età non era più quella delle rivoluzioni. Passata abbondantemente la cinquantina, Signor Signore amava la sosta più che la corsa, la scrivania più che la trincea, la parola più che le armi.
Ma, se un piccione invade il tuo territorio non c'è agio per la dialettica, semplicemente non si parla la stessa lingua. Non si può parlamentare. La porta, moderno ponte levatoio, deve rimanere chiusa. Punto.
Signor Signore, la seconda volta che lo vidi, era in guerra. Verso le otto del mattino, entrai nel salone presidiato da Signor Signore e lo trovai lì, con in pugno una ramazza, risoluto a cacciare un volatile invasore che, insolente, si faceva beffa di lui a qualche metro di quota. E Signor Signore imprecava nel suo idioma natio, sfoderava bestemmie a profusione all'indirizzo di colui che, lo sapeva bene, non poteva intenderlo. Il pennuto clandestino, per nulla intimorito dalle minacce di Signor Signore, probabilmente stava iniziando a prendere le misure per scaricare il suo potente guano sul naso dell'uscere imbufalito e petulante.
"BASTARDO!" sbraitò Signor Signore lanciando nuovamente la sua alabarda. Ma ogni affondo era vano. "Vado a prendere il caffè" mi disse stizzito. Mi aveva notato, nonostante il suo impegno in artiglieria. Anch'io avevo invaso il suo presidio, il "Salone degli Alabardieri" del Comune di Cremona, dove dovevo smantellare la mostra degli illustratori. Alle 9 e 30 me ne andai, il mio lavoro lì era finito. Signor Signore stava ancora dimostrando la sua imprecisione balistica al piccione. Chissà come sarebbe finita la tenzone.
Uscito dall'edificio, portavo in mano alcune delle tele della mostra per caricarle sul furgone quando un raid aereo mi sorprese. Un quadro, colpito quasi mortalmente della scarica di un piccione, giaceva inerme con una evidente chiazza organica. "PICCIONE DI MERDA!".
Se ci fosse stato Signor Signore a proteggerlo...
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