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  27.05.2008 | 16:23
La vera storia di Signor Signore
 
 

"Mi raccomando, non lasciate MAI quella porta aperta!" disse con marcato accento siciliano la prima volta che lo vidi "Che se entra un piccione stiamo qui fino a mezzanotte".

Il suo sguardo pareva terrorizzato. La sola idea di un conflitto con un piccione era vista come un'indesiderata chiamata alle armi, una prescrizione obbligatoria verso una guerra che non aveva il coraggio, la passione, la voglia di combattere.
Anche perché, diciamolo, l'età non era più quella delle rivoluzioni. Passata abbondantemente la cinquantina, Signor Signore amava la sosta più che la corsa, la scrivania più che la trincea, la parola più che le armi.

Ma, se un piccione invade il tuo territorio non c'è agio per la dialettica, semplicemente non si parla la stessa lingua. Non si può parlamentare. La porta, moderno ponte levatoio, deve rimanere chiusa. Punto.

Signor Signore, la seconda volta che lo vidi, era in guerra. Verso le otto del mattino, entrai nel salone presidiato da Signor Signore e lo trovai lì, con in pugno una ramazza, risoluto a cacciare un volatile invasore che, insolente, si faceva beffa di lui a qualche metro di quota. E Signor Signore imprecava nel suo idioma natio, sfoderava bestemmie a profusione all'indirizzo di colui che, lo sapeva bene, non poteva intenderlo. Il pennuto clandestino, per nulla intimorito dalle minacce di Signor Signore, probabilmente stava iniziando a prendere le misure per scaricare il suo potente guano sul naso dell'uscere imbufalito e petulante.

"BASTARDO!" sbraitò Signor Signore lanciando nuovamente la sua alabarda. Ma ogni affondo era vano. 
"Vado a prendere il caffè" mi disse stizzito. Mi aveva notato, nonostante il suo impegno in artiglieria. Anch'io avevo invaso il suo presidio, il "Salone degli Alabardieri" del Comune di Cremona, dove dovevo smantellare la mostra degli illustratori. Alle 9 e 30 me ne andai, il mio lavoro lì era finito. Signor Signore stava ancora dimostrando la sua imprecisione balistica al piccione. Chissà come sarebbe finita la tenzone.

Uscito dall'edificio, portavo in mano alcune delle tele della mostra per caricarle sul furgone quando un raid aereo mi sorprese. Un quadro, colpito quasi mortalmente della scarica di un piccione, giaceva inerme con una evidente chiazza organica. "PICCIONE DI MERDA!".

Se ci fosse stato Signor Signore a proteggerlo...

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  23.05.2008 | 15:20
San Lorenzo
 
 

Alla prima edizione del concorso per illustratori di Tapirulan avevo partecipato anch'io. Allora non c'era il conflitto d'interessi che ci sarebbe ora. Insomma non era ancora un concorso con giuria e tutto il resto, era un primo esperimento concretizzato raggruppando gli artisti che erano pubblicati su Tapirulan. Posso dire che funzionò bene, ricordo anche la premiazione fatta al Dulcamara: c'era tantissima gente, fu una cosa alla buona ma divertente. Una festa più che una premiazione. Proprio allora vennero istituite le tapirugirls. Senza contare che almeno una quindicina di persone si erano premurate di fare torte, biscotti, tartine per allietare i convenuti. Già in quella prima edizione si poteva votare attraverso il sito. Arivvai terzo proprio con il disegno "San Lorenzo" che, tra l'altro, è l'ultimo che ho eseguito con questo stile. Ora che a Cremona, sino al 25 maggio, abbiamo allestito la mostra "Gli illustratori di Tapirulan", c'è esposta anche questa mia illustrazione. Mi raccomando, andatela a vedere. La mostra.

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  08.05.2008 | 15:24
Schiava turca
 
 

Qualche anno fa, dalla Francia, è partita una iniziativa molto interessante: quella di tenere aperti i musei per un'intera notte: "La notte dei musei". Tale iniziativa ha trovato poi adepti in altri paesi d'Europa e fortunatamente anche in Italia. Anche a Parma dove, però, i musei rimarranno aperti sino alle 24 e non tutta la notte. Morti di sonno!


In ogni caso, questo è il manifesto che ho fatto per l'occasione. L'immagine è una mia interpretazione della "Schiava turca" del Parmigianino. Dài Parmigianino, non t'incazzare, si fa per scherzare...

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  02.05.2008 | 11:27
Che due balle
 
 

Nell'ultimo periodo sono stato letteralmente assorbito dalla mostra di Mario Schifano, pittore e, all'occasione, anche fotografo deceduto una decina di anni fa. Per la promozione della mostra c'era da realizzare una quantità tale di materiale pubblicitario da perderci veramente la bussola: manifesti di tutti i formati, locandine, pagine per quotidiani, banner per internet, deplinat, inviti... Insomma, penso sia comprensibile che ora io ne abbia piene le balle e che inizi a vedere l'incolpe Schifano con qualche sussulto allergico.

L'immagine del manifesto ritrae un giovane Schifano seduto, pensieroso, sul cornicione di una porta finestra. La foto presumo sia stata scattata negli anni Settanta. L'autore, che rimane ignoto, credo abbia colto un bellissimo frammento della vita di Schifano.

Domani - 3 maggio - inaugura la mostra che ha causato l'appesantimento dei miei testicoli.
L'ingresso è gratuito.
Nonostante tutto, vi consiglio di farci un salto.

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