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KAMALAFILM
  23.07.2009 | 21:53
Terminator damnation
 
 

Ormai scrivo raramente dei film che vedo e, mentre mi accingo a dare una logica ai miei pensieri, mi rendo conto che lo faccio solo per raccontare di quelli la cui visione mi ha urtato a tal punto da vincere la pigrizia e rimettermi nuovamente dietro la tastiera.
Eppure, con Terminator Salvation, qualche speranza di vedere un buon film di azione la nutrivo.
Ahimè, l'ottimismo non sempre è ripagato, così come è accaduto questa volta. Già il terzo film della saga mi aveva enormemente deluso, e pure il telefilm non aveva risollevato il mio giudizio. Ma visti gli attori in campo (Christian Bale su tutti) e MCG alla regia, ero sicuro di trovare un film almeno spettacolare ed adrenalinico.
Questo quarto film avrebbe potuto segnare una svolta rispetto ai precedenti: basta allo stra abusato giochino del terminator che torna indietro nel tempo per uccidere Sarah Connor o prole, in attesa del fatidico giorno del giudizio.
Finalmente avremmo potuto vedere concretizzarsi il futuro apocalittico annunciato nei primi due film (il terzo non lo considero!), per raccontare come sarebbe diventato il mondo dopo il giorno del giudizio. Insomma per il marchio Terminator, c'era un orizzonte tutto nuovo da esplorare.
E invece…si è dimostrato appena un gradino sopra l'insulso terzo capitolo.
Un film da evitare!
Innanzitutto ci vengono propinati personaggi dallo spessore e dal carisma nullo, a partire proprio da John Connor, che per tutto il film non fa altro che ripetere il suo nome per ricordare forse più agli spettatori che agli altri personaggi, che lui è il messia giunto per liberare il mondo dalla tirannia delle macchine.
La storia è lineare, (per carità, anche i primi due capitoli della saga lo erano), ma i dialoghi sono soporiferi e spesso inutili, se non addirittura ridicoli come nella scena di apertura, dove il condannato a morte Marc Worthington riceve la visita della scienziata malata di cancro Helena Bonham Carter.
Helena Bonham Carter stringe un contratto in mano, in attesa che Worthington lo firmi per dare il consenso a sfruttare il suo corpo una volta giustiziato per fini scientifici non meglio precisati.
- Che cosa vuoi in cambio per lasciarci il tuo corpo?
Worthington la guarda in tralice, i suoi occhi si riempiono di lei.    
- Un bacio
- Tutto qui?
I due si baciano e poi lui con voce arrochita da un piacere perverso.
- Volevo sentire che gusto ha la morte

Ma come si fa a scrivere una cosa così!
Passiamo al montaggio, mai buono e in tal punti addirittura sgangherato, tanto che uno dei personaggi, la ragazzina muta, all’interno della stessa scena risulta svenuta o cosciente a seconda dell'inquadratura da cui è ripresa.
Ci sono due cose che più mi hanno infastidito nella visione di questo Terminator. Una è stata l'assoluta mancanza di originalità nel presentarci il mondo dominato dalle macchine. Tutto sapeva di già visto: il film ha preso a piene mani da Matrix, ma con una realizzazione decisamente inferiore al film dei fratelli Wachowsky. L'altra grande delusione è stata la distruzione del mito del Terminator come macchina implacabile e indistruttibile, che non si ferma davanti a niente e nessuno fino al raggiungimento del suo obiettivo. Qui, invece, il terminator T800, nonostante l'aprezzabile cameo di Schwarzy ridigitalizzato, non è quel diavolo sterminatore che avevamo conosciuto nei primi due film, ma solo un robottone che fa a cazzotti con John Connor e soci, incapace di uccidere i suoi nemici umani.
A questo punto non mi resta che sperare che la saga di Terminator sia giunta al capolinea.

Autore: kamalafilm | Commenti 1 | Scrivi un commento

 
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