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KAMALAFILM
  15.10.2006 | 15:03
Il diavolo veste Prada
 
 

Di questo film si era già sentito parlare molto bene all'ultimo festival di Venezia.
"Divertente, frivolo, straordinario" era stato definito dalla stampa.
Ed in effetti è così, "Il diavolo veste Prada" è una commedia davvero ben confezionata da David Frankel, con una storia e dei dialoghi che funzionano, capace di far ridere e, allo stesso tempo, riflettere.
Indubbiamente azzeccate le due protagoniste del film: Meryl Streep, nei panni della diabolica Miranda Prestley,
capo della Runway, il magazine più esclusivo del mondo che decide cosa fa tendenza e cosa no, e Anne Hathaway nella parte di Andy, una giovane appena uscita dall'università e che sogna di far carriera nel mondo del giornalismo, ma che finisce per fare l'assistente di Miranda Prestley.
Ma la vera protagonista del film è la moda e tutto ciò che vi ruota attorno.
La storia è una sorta di rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola, dove la giovane Andy abbandonerà i panni infeltriti e sciatti di una ragazza qualunque, per quelli firmati da donna in carriera.
E il messaggio del film è proprio sul mondo del lavoro e l'arrivismo, ed è codificato molto bene da Stanley Tucci (Nigel), quando questi rivela all'inesperta Andy che "sarai sicura di aver fatto carriera solo quando ti accorgerai di non avere più una vita privata".
Il film, più profondo di quanto possa far pensare, ci domanda quale sia il prezzo del successo e cosa siamo davvero disposti a pagare per raggiungerlo.

pigi

Autore: kamalafilm

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