Dicevo: “Ma che Facebook del cavolo. Se qualcuno mi cerca, be’, può trovarmi qui, al Dulcamara, in carne e ossa”. E anche: “Se un tale non l’ho frequentato per vent’anni ci sarà un motivo”. Ma sostengo anche che di coerenza siano piastrellati i cimiteri, quindi lo scorso febbraio mi sono creato un account su Facebook. Volevo giocare un po’ col social network. Volevo metterci due o tre foto, ritrovare qualche amico lontano, scrivergli due spiritosaggini. Ero convinto che Facebook fosse stato ideato per questo. In pochi giorni ho contattato e scambiato l’amicizia con un pugno di amici. Nella maggior parte dei casi, gente che vedo con regolarità. Da allora la mia homepage è diventata una babilonia di annunci, link a youtube, kommenti pieni di “k” al posto della “c” dura e faccine di gente che non conosco. Si aggiornano al ritmo indiavolato di un post al minuto. Ogni giorno ricevo due o tre richieste d’amicizia da fanciulle piuttosto carine. Sono stato “taggato” un centinaio di volte, qualcunque cosa ciò significhi. Ricevo quotidianamente una quindicina di mail che mi informato che il tale ha fatto la tal cosa. C’è un sacco di gente che compie gli anni, ultimamente. I miei amici sostengono che il problema sono io. Che non sono capace di usare il network come si deve. Sarà certamente così. Ma io non temo Facebook. Io credo che nonostante tutto Facebook soccomberà in fretta. La vera next thing non è questo inutile magma di parole e immagini. Nella rete c’era già tutto, senza bisogno di replicarlo all’infinito. La vera next thing sarà quando la rete imparerà a selezionare e filtrare per noi. Solo allora comincerò ad avere paura davvero.
Questo post è anche un annuncio personale. Vedete, Facebook mi ha aiutato a capire che in realtà sono molto solo. E allora vorrei che mi aiutaste voi a trovare degli amici. L’immagine qui sopra è una istantanea scattata dal profilo Facebook della mia unica amica Sabrina, che naturalmente ringrazio di cuore.
Autore:
ufj
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