RACCONTI> SCRITTORE > CHIARA CARNEVALE    GLI ALTRI SCRITTORI
visita il nuovo sito di Tapirulan
 
     
RACCONTI
Una mattina come tante altre…o forse no!
Autore:  CHIARA CARNEVALE / Pubblicata il: 

Come ogni mattina, vengo catapultata alla realtà dal suono della sveglia. Peggio! Dal suono del telefonino!
A fatica riesco ad aprire gli occhi che sembrano animati di vita propria ed intenzionati ad opporsi alla mia volontà. Ancora più difficile è sollevarsi dal letto: sono ancora assonnata e stanca. Cosa darei per restarmene raggomitolata al caldo come il mio gatto che, al momento del mio risveglio, sta ancora sognando, lo sento perché fa strani mugugnii.

Vado in bagno e per un attimo penso di telefonare in ufficio e inventarmi qualche scusa, del tipo: “Non sto bene, ho vomitato tutta la notte e ora non mi reggo in piedi! Scusa capo, sai questione di donne!”. Funziona sempre! Il mio capo si sente in imbarazzo, io la faccio franca e posso ributtarmi immediatamente a letto.
Anzi, a pensarci bene, non sto molto bene per davvero, ho molta sete e mi sento la lingua amara, cosa ho fatto la sera prima per provare queste sgradevoli sensazioni?

Ripenso alla sera prima. Ero fuori con l’Ely, siamo andate in quel bar nuovo, quello vicino al nostro negozio di scarpe preferito e ci siamo prese una bella sbronza di birre, tante birre, toppe birre. Subito mi senso in colpa e decido di darmi una mossa, sono in ritardo e mi aspettano otto ore di duro lavoro.
Scendo di casa. Non faccio colazione, non ho tempo. Mi precipito verso la macchina e riesco a prendere, al volo, il treno.

Ebbene sì, sono una pendolare che, ogni mattina, dopo mille stratagemmi pensati per evitare di andare al lavoro, si catapulta verso la stazione e, insieme ad altre mummie ciondolanti, cerca di riprendere il sonno lasciato a metà.
Sembrerebbe proprio una mattina come tutte le altre… o forse no!

È bastato un attimo. I miei occhi, ancora carichi di sonno e brancolanti nel buio, sono stati catturati da una stella luminosa. Una splendida creatura di una bellezza disarmante, che rende ogni tentativo di respiro vano.

E mentre cerco di non buttarmi ai suoi piedi, ecco che mi accorgo di essere già innamorata di lui.
Ho davanti a me un uomo, non un ragazzo. E questo dio, sceso sulla terra, non si ritrae agli occhi umani, anzi osserva a sua volta e posa i suoi profondi occhi scuri su di me.
Subito i nostri corpi si attraggono, è l’istinto che ci comanda e ci spinge verso un passionale abbraccio. Ora siamo l’una accanto all’altro e iniziamo a studiarci. Il suo corpo è caldo e i miei occhi fremono di curiosità; lo scrutano per scoprire cosa nascondono quei vestiti così eleganti: sicuramente un corpo perfettamente scolpito.

Che sensazione inebriante. Quale profumo proviene da questa meraviglia della natura, dalle sue labbra carnose, dai suoi lineamenti perfettamente definiti da una barba volutamente incolta.
Una perfetta sintonia si instaura fra noi. Mi sembra di conoscere ogni suo pensiero, ogni suo desiderio e che lui sappia ogni mio più intimo segreto.

Già mi immagino distesa su un letto di seta, avvinghiata a lui. Eccezionale intesa, per due splendide creature, che si desiderano alla follia e non possono voler altro che stare insieme.
Tutto perfetto, tranne un piccolo particolare. Arrivata la sua fermata: Moscova, lui è sceso… Non un saluto, non un cenno, non uno sguardo, e io non ho potuto far altro che svegliarmi e conservare questo bellissimo ed intenso ricordo… Addio amore mio… Addio!


 
Indice