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RACCONTI
L’?l?phant prodige
Autore:  ERIKA DE BORTOLI / Pubblicata il:  01.06.2006

L’enfat prodige…-mi correggerete voi…-
No, no…proprio l’éléphant.
Forse, quanto meno ci farebbe piacere, il calembour piacerebbe a Paolo Conte, che con le parole e con il francese ci gioca piuttosto bene.
Éléphant perché a me sembrano una mostruosità questi bambini che fanno tutto bene e lo fanno subito. Mostri loro e gli adulti che li celebrano.
Mostri in sé stessi perché non godranno di spazi per riposare e sbagliare. Mostri perché non possiederanno una corretta visione della realtà e della normalità.
Mostri per tutti i bambini e i ragazzini che non reggeranno il confronto, per i genitori di questi che si misureranno con i genitori di quelli.
Mostri per gli adulti che non riescono e non sono riusciti a fare lo stesso.
Mostri perché c’è il rischio che non vengano considerate altrettanto straordinarie cose e persone che invece lo sono.
È in questo senso che l’enfant si trasforma in un ingombrante quanto schiacciante éléphant.
Certo cerchiamo di dare il meglio di noi stessi, di prendere il meglio di quanto ci circonda perché è senz’altro lungo questa che costruiremo un futuro migliore, ma finiamola di paragonarci ed essere paragonati ad improduttivi quanto frustranti termini di confronto.
Anche perché, a ben guardare, le personalità del secolo scorso che più ci sono state e ci sono d’esempio altro non hanno fatto che essere e difendere i più piccoli e i più fragili: Gandhi, Madre Teresa, Martin Luther King e con loro molti altri dei quali, forse, non conosceremo mai né l’impegno né il nome.


 
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