Scrivo.
Scrivo della morte, di un neonato
lamento disossato.
Scrivo e non comprendo e del non capir
mi faccio scudo.
Scrivo del mio ego braccato
quasi raggiunto
sconfitto.
Scrivo di ciò che non conosco
che forse mi appartiene.
Elogio al mio terrore è quel che scrivo.
Disfatta della mente è ciò che vedo.
Piango.
Violento ed assassino è il mio pianto.
Falce che sgozza le emozioni,
acqua che svuota di vita i miei polmoni,
scure che lacera e deturpa la mia quiete.
Vivo.
Trascende il mio controllo questa vita,
lasciarla calare a picco, quasi perduta,
fuggire nei silenzi della notte e
farsi con essa un manto di lacrime scarlatte.
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