Esattamente un anno fa è morto Tony Wolf, era il 18 maggio 2018. Era nato nel 1930 ed ha trascorso la propria esistenza circondato da matite, pennelli e fogli, praticamente fino agli ultimi giorni. Nel suo studio – la “tana del lupo” – sono nati tutti i suoi personaggi, pubblicati in libri che hanno accompagnato l’infanzia di milioni di bambini in tutto il mondo. Nel suo studio è nata anche la nostra amicizia, perché proprio lì Antonio (iniziamo a chiamarlo col suo vero nome: Antonio Lupatelli) ci accolse quando nel settembre del 2006 gli fu proposto di presiedere la giuria del concorso di illustrazione di Tapirulan, allora agli albori. Ovviamente accolse l’invito con la sua proverbiale modestia, sostenendo che non si sentiva in grado di giudicare il lavoro, la fatica e l’impegno altrui… Non abbiamo alcuna fotografia di quel primo incontro, per vederlo comparire davanti a un obiettivo dovremo attendere il 3 febbraio 2007, quando partecipò alla presentazione del Calendario 2007 di Tapirulan al Centro Fumetto Andrea Pazienza. Eccolo insieme agli altri membri della giuria: Andrea Rampi (lo Zino), Andrea Fenti (purtroppo mancato il 9 giugno 2011), Fabio Toninelli (da molti chiamato French, soprattutto quando indossa improbabili camicie a fiori). L’ultimo a destra, elegante e composto, è Antonio.

Zino, Andrea Fenti, French e Tony Wolf alla presentazione del Calendario 2007 al Centro Fumetto Andrea Pazienza (Cremona)

Zino, Andrea Fenti, French e Tony Wolf alla presentazione del Calendario 2007 al Centro Fumetto Andrea Pazienza (Cremona)

Ci perdonerete se questo editoriale è un po’ nostalgico, ma riflette la nostalgia che proviamo per l’assenza di Antonio, il quale – dopo aver rotto il ghiaccio quella prima volta – ha partecipato quasi sempre ai nostri eventi più significativi, non solo perché sapeva di farci piacere, ma anche perché era curioso e desideroso di conoscere gli altri illustratori di cui aveva stima. Eccolo mentre viene coinvolto nella foto di gruppo degli illustratori esposti nella mostra La saggezza popolare (28 febbraio 2009), insieme a Silver (Guido Silvestri).

Mostra illustratori 2009 - Roba da matti

Foto di gruppo degli illustratori della mostra La saggezza popolare, con Silver (presidente di giuria) e Tony Wolf (Sala degli Alabardieri, Cremona, 2009 – Foto di Fabio Iaschi)

Forse proprio l’ammirazione che provava verso alcuni suoi illustri colleghi lo frenava ad esporre le proprie illustrazioni. L’idea di una mostra era per lui impensabile, inconcepibile, nonostante le ripetute proproste. Non sapremo mai per quale favorevole congiunzione astrale accettò che si organizzasse la sua mostra nel 2017. Sappiamo però quale è stato l’affetto che gli hanno dimostrato le tantissime persone che hanno finalmente visto le sue opere, prima a Cremona, poi a Genova Nervi e Cividale del Friuli.

Io sono un tipo molto tranquillo e mi sono sempre sottratto ad ogni indagine, inchiesta o intervista, quindi adesso mi sento un po’ frastornato, però è una soddisfazione avere questo riconoscimento. Ho sempre stimato il mio lavoro come un umile lavoro di artigianato, però ho sempre insistito nel dire che è una cosa seria, nonostante le apparenze, e questa mostra mi sembra una bella conferma. – Tony Wolf

Ciao - Inaugurazione della mostra

Il dono dei bambini della scuola elementare Trento Trieste a Tony Wolf

Molti dei suoi disegni più vecchi (pubblicati in Inghilterra, nei libri Fabbri e Mondadori, sul Corriere dei Piccoli) purtroppo non si sa che fine abbiano fatto, e quelli rimasti (che sono comunque diverse centinaia) sono custoditi negli archivi dei suoi principali committenti (in particolare nell’archivio Dami). Si può immaginare dunque lo stupore con cui rivide – dopo tanti anni – alcune sue creature…

Nel rivedere alcuni miei disegni sono rimasto sconcertato, perché ho pensato guarda un po’ quante cose riuscivo a fare che adesso non saprei ripetere… – Tony Wolf

Tony Wolf firma gli autografi ai suoi ammiratori

Tony Wolf firma gli autografi ai suoi ammiratori

Nonostante i familiari gli raccomandassero di non stancarsi, saltuariamente passava in mostra soffermandosi per ore a parlare con chi voleva conoscerlo o farsi firmare un suo libro. Sembrava inesauribile. Inesauribile purtroppo non lo era, indimenticabile però sì, e il nostro piccolo sogno è che la sue opere straordinarie possano trovare – prima o poi – una casa permanente, anzi una “tana”, dove tutti possano ammirarle.


La video intervista a Tony Wolf

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