Questo progetto nasce da una semplice curiosità. Una curiosità forse molto comune, ovvero quella di viaggiare nel tempo. Durante il viaggio volevamo scoprire com’era Cremona una volta, com’erano vestiti i suoi abitanti, come si muovevano per la città. Ma qualcuno ha subito obiettato che costruire una macchina del tempo sarebbe stato troppo dispendioso, quindi abbiamo ripiegato sulle foto. Se proprio non riusciamo ad andarci di persona, ci siamo detti, cerchiamo almeno delle vecchie fotografie. Abbiamo iniziato a fare delle ricerche all’Archivio di Stato di Cremona, poi in Biblioteca Statale, poi al Servizio Pianificazione Urbanistica del Comune di Cremona. E ancora: ricerche su internet, su libri e cataloghi, abbiamo financo contattato diversi collezionisti di immagini storiche. Insomma, alla fine, un po’ della curiosità iniziale l’abbiamo saziata, non tutta, intendiamoci, perché foto di Cremona all’epoca dei Romani non ne abbiamo trovate, e nemmeno di fotografie scattate nel Medioevo. Saranno andate perse, abbiamo pensato. Le prime foto che ci sono capitate tra le mani risalgono alla seconda metà dell’Ottocento e sono state scattate da Aurelio Betri, capostipite di una lunga e importante schiera di fotografi che hanno analizzato praticamente ogni angolo della città. Ecco, tutto qui, noi si voleva condividere con voi questa curiosità e per farlo abbiamo cercato di “ricalcare” alcune fotografie del passato. In alcuni casi – molti casi – purtroppo questa operazione di ricalco non si poteva fare, perché lo scenario urbano è radicalmente mutato, tra edifici abbattuti o edifici costruiti proprio dove avremmo dovuto posizionare la macchina fotografica. Ricalcare una fotografia è un’operazione che richiede pazienza, basta un furgone parcheggiato nel punto sbagliato per dover rimandare lo scatto. E richiede fiducia, perché talvolta bisogna entrare in case private per trovare l’inquadratura corretta, e spiegare ai padroni di casa che si sta viaggiando nel tempo non è semplice. Spesso abbiamo condotto un’impari lotta contro il moderno arredo urbano, immancabilmente posizionato in modo inopportuno, almeno per i nostri fini fotografici: cartelli stradali, semafori, pannelli di varia natura, quasi sempre sono d’intralcio e rappresentano forse la differenza più eclatante tra la città attuale e la città del passato, che ci appare magnificamente sgombra. In questa pubblicazione trovate un assaggio di quello che ci auguriamo possa essere un viaggio ancora più lungo. Un punto di partenza, insomma, perché noi continueremo ancora a ricalcare fotografie, almeno fino a quando non ne troveremo una con Giulio Cesare ai piedi del Torrazzo.


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