Caro Luciano, avrei preferito chiamarti, fare due chiacchiere come ai vecchi tempi, invece ti scrivo, perché raggiungerti per telefono ormai è diventata impresa impossibile, e pensare che sino a poche settimane fa il tuo numero era ovunque, dalle rubriche dei politici, ai referti degli arbitri e persino sui muri dei cessi femminili nelle stazioni ferroviarie. E ora, di punto in bianco, il tuo cellulare è spento e nessuno è più in grado di rintracciarti. E così, eccomi qui a prendere carta e penna, per dirti che c'è chi si stupisce che uno come te, che nella vita non era altro che un banale capostazione, sia riuscito ad entrare nell'olimpo del calcio. Ma c'è veramente da meravigliarsi? Se Valeria Marini è considerata un'attrice e Rosi Bindi una donna, tu perché non puoi essere dirigente di una squadra di calcio? Tuttavia, da quando questa faccenda di calciopoli è cominciata, devo ammettere che effettivamente di cose ne sono cambiate, e parecchie, nella vita di tutti i giorni. Un tempo leggevo “La Gazzetta dello Sport” nel bar davanti all'ufficio, giusto il tempo di bere un caffè, addentare una brioche e imbrattare la camicia con la marmellata della brioche. Ora, per riuscire a terminare la mia lettura preferita, devo come minimo andare al ristorante e comunque prendere mezza giornata di ferie, dato che la “Rosea” nelle ultime settimane ha assunto l'aspetto e le dimensioni di un volume della Treccani, con tutte quelle trascrizioni delle tue telefonate. Pensa persino che ora, l'Accademia Della Crusca ha deciso che il detto “non ha saltato nemmeno la Gazzetta dello Sport”, non è più da usarsi per sbeffeggiare chi è inetto nel saltare, ma per commentare il gesto tecnico di chi per un pelo non ha stabilito il nuovo record del mondo nel salto con l'asta. Comunque ti devo fare i miei complimenti, Luciano, pensa che figuraccia stai facendo fare a Dan Brown. I segreti del suo “Codice Da Vinci” a confronto del nostro (a)dorato mondo del pallone sembrano una barzelletta per bambini, e il perfido Priorato di Sion un circo delle pulci, se paragonato alla Triade bianconera. Ad ogni modo, stento a credere al numero di telefonate che hai fatto in questi anni, Luciano. Impressionante! Pensavo che certe cifre esistessero solo in astronomia, per descrivere le distanze tra galassie, o in finanza, per raccontare degli abissi senza fondo del debito pubblico italico. Invece che per la Juventus, avresti fatto meglio a lavorare in Vodafone o in Tim; anzi, ho sentito dire che con tutto il volume di chiamate nella stagione 2004/2005, la Vodafone non solo ti ha premiato con un servizio gratuito di sms, ma ti ha pure regalato Megan Gale e sua sorella. Cribbio, come ti invidio, Luciano! Spero che i tuoi stiano bene, soprattutto tuo figlio. Mi hanno riferito che tra i suoi assistiti, oltre ai calciatori di serie A e B, figurano allenatori, dirigenti, un paio di dentisti, un club di bocciofili, e persino Babbo Natale. E a proposito di Babbo Natale, è vero che hai chiuso lui e le sue renne in un igloo, e che non li avresti più fatti uscire, se non estorcendo loro la promessa di raddrizzare la mira di quei due ferri da stiro, che Ibrahimovic si ostina a chiamare piedi? Su una cosa, però, ti devo tirare un po' le orecchie, lasciatelo dire, Luciano. Sai bene come sia difficile trovare qualcosa di interessante alla televisione e con tutto questo pout-pourri sul mondo del calcio, mi hai fatto sparire l'unico programma decente. E' da 26 anni che il lunedì sera lo dedico a Biscardi e al suo processo, e ora dove la trovo un'altra trasmissione in cui si fa baccano, ci si azzuffa e talvolta si parla di pallone? E non dirmi di guardare “Porta a Porta”, sai bene che lì di calcio non se ne parla mai! Luciano, purtroppo ora ti devo lasciare. Pallina, il mio gatto, è appena finito sotto la Gazzetta e prima di ribattezzarlo Piadina, è meglio che corra a chiamare un veterinario. Anzi, se ne hai uno fidato da consigliare, fammi sapere. Il mio numero lo sai.

← Vinvent Vega
Berlino, 30/4/2006 – 4:00 AM →