Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Wislawa Szymborska
Mi esercito in molte profezie al contrario,
immagino fatti che non accadranno, piccoli
accadimenti, inciampi, infortuni,
incidenti per strada, sul marciapiedi
come a prepararmi a un peggio
che non avviene, a ogni evenienza
che, mancando, rassicura e consola.
Una scheggia di vetro che buca
una ruota, un passante che spintona
una vecchia, uno scippo, due vetture
che tamponano al semaforo, un fattorino
che lascia cadere un pacchetto
dentro un bidone, un uomo che entra
nel portone di casa lasciato a richiudersi
alle mie spalle, per colpirmi e derubarmi
o in modo gratuito ferirmi.
Mi vergogno un poco a rivelare questo gioco
di controfattuali attesi e scampati,
di piccoli gesti fatidici, violenti e insensati,
forse esorcismi chiamati a placare le mie paure su un mondo
che mi è, in larga parte e impensata, non comprensibile,
esperimenti mentali involontari che scattano talvolta,
seppure con una certa costanza, per strada mentre
non mi succede niente.
Ma questo niente è una fortuna smisurata.