Prima che l'attuale re di Gondor fosse consapevole del proprio regale destino…

Prima che l'amore con la bella Arwen sbocciasse…

Prima che la leggenda della Compagnia dell'Anello echeggiasse nella Terra di Mezzo…

Prima che il nome di Gran Passo fosse pronunciato dalle labbra di uomini, nani, elfi e hobbit…

Insomma…primaaaaa…

C'era un tempo in cui un brufoloso ventenne di nome Aragorn aveva scelto di trascorrere un intero anno della propria vita in un paese straniero di nome Elfonia, per affinare le proprie arti di avventuriero alla rinomata università locale.
Presso la Casa dello Studente, situata sulla sommità di una gigantesca quercia, il giovane Aragorn condivideva, con un hobbit di nome Pidocchio, una cenciosa stamberga che nel periodo autunnale aveva il piccolo difetto di venire intasata dalle foglie che si staccavano dai rami, mentre in quello estivo di prendere fuoco al giungere della prima canicola estiva.
Ma questo era solo il minore dei problemi che assillavano l'eletto di Gondor: quotidianamente quel botolo del suo coinquilino aveva la brutta abitudine di radersi i piedi in salotto, lasciando dappertutto peli spessi come cavi del telegrafo, e anche durante le lezioni le cose non andavano per il meglio, soprattutto a causa dell'elfico, una lingua che il giovane Aragorn ancora non padroneggiava.
Capitò, infatti, che durante una lezione di spada, l'erede di Gondor inferse un colpo di lama agli zebedei dell'amico Sboromir, confondendo l'ordine elfico "estrazione" con "castrazione", e lo stesso errore si ripeté durante il corso di Armi da Lancio quando ingoiò una granata incendiaria, scambiando l'urlo "lanciate" per "mangiate".
Per non parlare poi dei tiri mancini che quella sagoma di Marry Potter, un elfo che aveva intrapreso gli studi da mago solo per indossare vestiti da donna, tirava a destra e a manca.
In doccia, quel deviato di un elfo si divertiva ad incantare le saponette dei suoi compagni con l'incantesimo "Scivulus", per poi comparire alle spalle dei malcapitati che osavano chinarsi senza prima premunirsi con degli spessi mutandoni in cotta di maglia.
E che dire dei guai con la giustizia cui la stirpe di Gondor andò inconsapevolmente incontro: sebbene le leggi del governo hippy pan-ecologista di Elfonia fossero tolleranti in materia di droghe leggere e sesso promiscuo, esse erano totalmente intransigenti con chi, come nel caso del giovane Aragorn, non rispettava la foresta.
E così il campione di Gondor, noto per dimenticare in ogni dove gli involucri delle sue gomme da masticare, finiva spesso denunciato dalla polizia locale per oltraggio alla clorofilla pubblica o, peggio, manganellato come un qualsiasi goblin no global.
Ma a parte questi piccoli inconvenienti, non si poteva certo sostenere che l'esperienza Erasmus di Aragorn fosse negativa, anzi, tutt'altro.
Tra feste Erasmus, balli struscio con le tipe e devastanti miscele di erbapippa e sidro, spesso causa di rovinose cadute al suolo ogni qualvolta Aragorn e compagni mettevano un piede in fallo nel cercare il ramo di casa, le giornate scorrevano via felici e veloci all'ombra delle millenarie querce di Elfonia.

[fine della seconda puntata]

← IMPRESSIONE A GENNAIO
Come barzellette annacquate – parte 4 →