Non parliamo spesso di letteratura da queste parti. L’ultima volta, se la memoria non ci inganna, è stata per promuovere la stampa da parte di Gutenberg, nelle migliori tipografie di Magonza, di un grande classico un po’ prolisso, dal finale ahinoi scontato, probabilmente prodotto da un collettivo di autori ante litteram: leggermente slegato in certi passaggi, va detto, ma nel complesso da leggere senz’altro.

Torniamo a farlo oggi, dopo più di cinquecento anni, per annunciare un evento che, chissà, forse si ripeterà tra altri cinquecento anni: due vecchie conoscenze di Tapirulan hanno scritto negli ultimi mesi il loro primo romanzo, e di entrambi i libri si parla tanto, e bene, molto bene, benissimo, da parte di lettori, critici, recensori, persino invidiosissimi autori che si farebbero spargere di pece e piume piuttosto che incensare una collega.

Parliamo di Stella Poli, che potete trovare in Az col suo straordinario Denti, e Carmen Verde, che invece è comparsa in Sjette, l’antologia che si conclude in bellezza proprio con Il gioco, grandioso racconto di Carmen.

Stella e Carmen si conoscono, perché tra le altre cose Stella ha fatto parte della giuria del nostro concorso che ha selezionato i racconti da inserire in Sjette, e si sono incontrate una volta sola: il 9 febbraio 2019, proprio alla presentazione di Sjette, così come una volta sola si sono incontrati Joyce e Proust, nel 1922, ma con la differenza che Carmen e Stella si sono state subito simpatiche, mentre Giacomino e Marcellino no (ah, queste superstar letterarie novecentesche, che caratteraccio).

Presentazione di Sjette: Cristiano Cavina, Stella Poli, Fabio Toninelli, Guido Casamichiela, Roberta Taino

Presentazione di Sjette: Carmen Verde

Il romanzo di Stella si chiama La gioia avvenire ed è uscito per Mondadori. Si tratta di un libro che ha a che fare col dolore, la solitudine, la punizione e la mancata punizione. Il tutto scritto nello stile aguzzo, sentimentale e stellapolare a cui la nostra amica ci ha abituato. Non ne diremo meraviglie solo perché lo stanno già facendo tutti e a noi non piace imitare gli altri. Ma se fossimo appena un po’ meno bastiancontrari, lo faremmo: garantito.

Il romanzo di Carmen si chiama Una minima infelicità, Neri Pozza editore. Un libro di figlie, di madri, di nonne e di finestre. Di botteghe buie e stanze chiuse. Di devozione e crudeltà. E sì, di minuscole tristezze, perché il titolo non dice tutto ma qualcosa dice. Anche del libro di Carmen si parla benissimo, ma indovinate un po’? Non ne diremo più nulla, quello che sapete, sapete.

La gioia avvenire (romanzo di Stella Poli) e Una minima infelicità (romanzo di Carmen Verde)

La gioia avvenire (romanzo di Stella Poli) e Una minima infelicità (romanzo di Carmen Verde)

Carmen e Stella sono entrambe candidate a un prestigioso premio come autrici esordienti, e se ci sono due persone che se lo meritano, credeteci, sono loro. Chiederci di sostenere una sola di loro sarebbe come domandarci se vogliamo più bene al papà o alla mamma, per cui ci limiteremo a fare il tifo per entrambe (e a fare poco sportivamente il tifo contro tutti gli altri candidati, salvo pentirci dopo un attimo della nostra partigianeria).
Recuperate intanto Denti e Il gioco, se non li avete mai letti, perché Stella e Carmen sono lì dentro, in qualche modo, e poi comprate anche i loro miracolosi romanzi, e poi tifate per loro in occasione di tutti i premi a cui saranno candidate, e poi immaginate come noi di poter fare una presentazione di entrambe qui a Cremona, senza fretta; ché tanto, come si dice, questo è solo l’inizio.
Sarà addirittura più divertente che vedere litigare Marcellino e Giacomino, fidatevi.

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